NUOVA LUCE (2021) - Pandolfi Vanni

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NUOVA LUCE (2021)

NUOVA LUCE (2021)

Ho bisogno di una nuova Luce, abbagliante, pura che annichilisca lo spaziotempo, lo dissolva in un bianco purificante. Ho bisogno di una luce mai vista prima, potente che inondi tutto quanto, che decolori ogni differenza esistente, ogni dualità che genera caos. Desidero una luce che annienti l'inquinamento del Mondo e degli Uomini che faccia esplodere questa realtà e dia pace a tutto.

Sono stati due anni di pensiero profondo e riflessione nei quali ho preso coscienza di me stesso e di quello che mi circonda.
Quello che sentivo già da quando ero un ribelle adolescente sono riuscito adesso a capirlo meglio grazie al pensiero e ad una maggior consapevolezza.

La crescente "materializzazione" di tutti gli aspetti legati all'uomo e alla società. La riduzione di tutto alla dimensione del profitto e della produzione. L'uomo che si esprime sempre più in una dimensione di macchina e di strumento per produrre denaro. La vita che diviene così incentrata prevalentemente su una dimensione economica e di conquista e acquisto del prodotto in vendita. Un impoverimento interiore disastroso la cui unica legge, imposta da altri, è lavorare per l'acquisto di beni.
L'inquinamento dell'Uomo è sempre più evidente e procede spedito. Lo spirito, l'autocoscienza sono sommersi dal caos, da una frenesia e bramosia ormai patologica. Tutto quello che si manifesta nella realtà è espressione dell'interiorità dell'uomo. Il Pianeta è inquinato sempre più perché l'Uomo lo è; le guerre sono onnipresenti perché l'odio sta conquistando i cuori. Lo sfruttamento degli esseri umani aumenta perché il nostro egoismo è smisurato.

Ho bisogno di scappare; di un'altra dimensione; di pace, di calma, di luce.
Voglio pacificarmi dentro, ripulirmi da input esterni dannosi. Voglio silenzio, isolamento; tornare alla semplicità, della natura , delle emozioni perchè la Vita non è quella che stiamo vivendo. Quello è un film imposto.
La ricerca di un'indipendenza dai meccanismi sociali. Superare il dualismo degli opposti che creano divisioni e fratture interne ed esterne. Sento l'esigenza di volare alto e guardare da sopra la totalità delle cose. Voglio nutrirmi di tutto quello che mi consenta una crescita interiore. Sento alcune volte , in certi momenti e in certe situazioni, una sensazione di comprensione metafisica e di verità che mi calma e mi illumina. Come la luce bianca raccontata nel Bardo Thodol. Quella luce che ti permette di liberarti dal ciclo della vita e rinascere in un fiore di loto, nel paradiso del Buddha.

Credo che la prima esigenza ed essenziale protezione personale in una società fortemente materialista e incentrata sul profitto sia la ricerca e coltivazione dello spirito; non quello religioso e collettivo ma quello che Hegel chiamava coscienza e che trovava la sua realizzazione nel riconoscersi lei stessa realtà, Mondo, autocoscienza.
In una società in cui ormai il processo di riduzione dell'individuo a semplice consumatore è compiuto e a cui è negato qualsiasi potere di intervento nei meccanismi sociali ormai regolati dall'alto, da oligarchie, dovrebbe essere chiaro che l'unica occasione e possibilità di salvezza per il genere umano inizi con quella  individuale e personale; soltanto dopo si realizzerà quella collettiva.

Resistere ed abbandonare ogni uso e costume derivato dalla macchina del profitto che ormai investe ogni aspetto della realtà sociale e ne detta i ritmi.
Spogliarsi della materia, del prodotto in vendita; combattere l'opulenza e rinnegarla dalla sfera personale.
Il meno è la salvezza.
Spogliarsi di tutti gli orpelli non necessari, generati da sovrastrutture economiche aventi come unico scopo il profitto e il guadagno.
Dedicarsi a tutte quelle attività e arti che fanno da tramite alla coscienza nel ricongiungimento con qualcosa di immenso che riusciamo ad avvertire in certi frangenti e situazioni; in quei momenti nei quali ci sentiamo estasiati da una melodia, un libro, la visione di un film, da un panorama o ambiente naturale, dall'amore per qualcuno.

È in corso una battaglia epocale nella quale l'uomo deve resistere a forze che ne vogliono cambiare la propria natura. Ridurlo da soggetto a mero oggetto passivo, privo di senso critico e volontà propria. Un uomo che diventa contenitore, simulacro depersonalizzato da riempire con comandi e codici immessi dall'esterno.
In una realtà sempre più spinta all'eccesso solo per la realizzazione di denaro l'uomo diviene soltanto strumento di produzione e acquisto.
Lo spirito, la coscienza , la sua coltivazione e sviluppo rappresenta l'unico vero faro e guida positiva per l'uomo della contemporaneità.

Sono sempre più alla ricerca di silenzio. È un fuggire da tutto quel chiacchiericcio e da quell'onnipresente rumore di fondo sociale che inquina la mente. Togliersi, allontanarsi , sparire da quell 'inquinamento sonoro, impedendogli di colpire e farmi bersaglio.
Il silenzio riempie. Nel silenzio mi sento e mi conosco meglio comprendendo l'inutilità e dannosità di certi meccanismi che scandiscono le nostre vite.
Il silenzio pulisce, scrosta la patina accumulata e che impedisce di procedere all'interno.
È un'assenza che da fuori si trasla dentro e diviene presenza.
Bisognerebbe si istituissero giornate del silenzio, che dottori e medici prescrivessero silenzio , che lo Stato organizzasse e sponsorizzasse ambienti dove l'unico rumore consentito sia quello della natura. La nostra società ne avrebbe bisogno.
"Creare" momenti nei quali tutto ciò che fa rumore venisse spento. Un silenzio totale che ci liberi dallo stridore dei suoni delle parole dei media che ci colpiscono organizzandoci in fazioni contrapposte e pronte allo scontro. Tessuto sociale diviso in gruppi, targetizzato, marketing-izzato ed inesorabilmente lacerato, nel quale è ormai consolidata la pratica dell'urlo di odio come mezzo di comunicazione.
Libertà dai suoni artificiali e urbani che ci perforano le orecchie e la psiche giorno dopo giorno, dai jingle e dagli spot pubblicitari che si impiantano nel cervello, dalle voci di ciarlatani che si moltiplicano e imperversano in tutti i settori, della politica, del lavoro, dell'arte.
Il silenzio libera, fa comprendere, fa vedere. Nel silenzio è possibile trovare un'indipendenza personale che sciolga le catene di tutte quelle costrizioni e bisogni affettivi di cui siamo schiavi.
Sogno luoghi sempre più isolati dove il silenzio sia un tiranno che permetta e conceda di ascoltare soltanto il rumore del vento, i canti delle foglie degli alberi, la sinfonia degli uccelli e degli insetti volanti, le ninna nanna dei grilli, le preghiere delle onde del mare.











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